Campagna di raccolta firme per la riforma della Legge 6 del 2004: Amministrazione di sostegno

LA STRAGE E L’ ISTITUZIONALIZZAZIONE DEI VECCHI E DEGLI “INUTILI”, “PER IL LORO BENE”

FIRMA ANCHE TU CONTRO L’INTRUSIONE GIUDIZIARIA NELLA VITA DEI SOGGETTI VULNERABILI 

CONTRO IL PATERNALISMO DI STATO

Dal 2004 esiste una legge, la n. 6/2004, che ha introdotto la possibilità, per coloro che “per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi”,  della nomina di un amministratore di sostegno, con il conseguente instaurarsi di uno stretto controllo giudiziario sulla vita di anziani e soggetti vulnerabili.  

A distanza di quasi 20 anni, questa legge sta mostrando gravi crepe: agli amministratori di sostegno viene attribuito, nei decreti di nomina emessi dai Giudici Tutelari, ogni potere. Possono decidere dove i “beneficiari” devono vivere (non a casa  loro, ma in strutture) e isolarli dal mondo; possono spezzare legami affettivi  decennali, sottrarli alle famiglie, a compagni/e di fatto, amici. Spesso si sostituiscono  in toto all’amministrato in ogni decisione economica e/o sanitaria che li riguardi e ne  amministrano beni, conto corrente, proprietà, salute. Hanno in carico talora decine di  “beneficiari”: con inevitabili conseguenze sulla burocratizzazione del ruolo, che dovrebbe essere di assistenza e di accompagnamento continuo e personale. 
Non era questo l’intento della legge, che mirava a un supporto personalizzato (il cosiddetto “abito su misura”). Nei fatti, l’amministrazione di sostegno si è rivelata un’interdizione mascherata. Affidare centinaia di migliaia di vite a una giustizia già ingolfata, ha comportato enormi abusi che nessuno impedisce. Anzi, essi sono autorizzati per legge, facendosi talora a meno perfino del necessario contatto personale tra Giudice tutelare e potenziale “beneficiario”: bastano le certificazioni  mediche per dare corso al provvedimento. 

Non c’è più tempo. Questa legge va radicalmente rivista per salvare le vite di troppe  persone private, di fatto, di ogni diritto. Persone ricoverate contro la loro volontà con  “fine pena mai”. Detenuti senza alcun processo, con l’unica colpa di avere una qualche  “menomazione fisica o psichica, anche parziale o temporanea che li priva in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana”, destinati a vivere l’ergastolo ostativo fino alla morte.  

L’associazione radicale “Diritti alla Follia” ha elaborato una organica Proposta di Riforma, al momento ferma, in attesa che il Governo la prenda in considerazione, e che mira a:

1) Garantire il diritto alla difesa, per legge, a chiunque sia oggetto di un ricorso per la nomina di un Amministratore di sostegno. Ricorsi troppo spesso basati su affermazioni generiche senza alcuna prova in supporto. Tipico esempio: “la prodigalità forsennata”.

2) Togliere a un unico Giudice monocratico il potere di decidere sulla vita di una persona, e affidarlo a un Collegio, composto anche da figure specialistiche in materia di disabilità;

3) Stabilire, per gli Amministratori di sostegno, l’obbligo tassativo di non avere in carico più di 1 beneficiario;

4) Riconoscere al beneficiario il diritto ad essere direttamente sentito dal Giudice tutelare;

5) Equiparare, in ordine ai rapporti affettivi da preservare, congiunti di fatto e amici di lunga data, ai congiunti di sangue.

Questo è il nostro manifesto, che raccoglie anche l’urlo silenzioso di chi dice: “Voglio morire a casa mia, non rinchiudermi”.

Firma anche tu, se sei d’accordo, per chiedere al Governo di rivedere la legge 6/2004.

Chi volesse sottoscrivere il manifesto può farlo inviando una mail a dirittiallafollia@gmail.com

Link utili: https://dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2021/06/La-realta-dellamm-di-sostegno-in-Italia.pdf

https://dirittiallafollia.it/2022/11/16/proposta-di-riforma-amministrazione-di-sostegno/